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BNS, tasso negativo addio. Ora è allo 0,5%

Dopo la mossa simile della Federal Reserve americana, anche la Banca Nazionale Svizzera ha annunciato l’aumento del proprio tasso guida: ora il valore è allo 0,5%, con un innalzamento di 0,75 punti percentuali rispetto al precedente valore negativo.

Ad annunciare questo inasprimento della politica monetaria elvetica è stato Thomas Jordan, il Presidente della BNS, che in una conferenza stampa indetta lo scorso 22 settembre 2022 ha motivato così la decisione:

Abbiamo deciso di inasprire ulteriormente la politica monetaria e di innalzare il tasso guida BNS di 0,75 punti percentuali, allo 0,5%. In tal modo contrastiamo la pressione inflazionistica ancora cresciuta e ostacoliamo il propagarsi dell’inflazione a beni e servizi che finora ne sono stati poco colpiti. Non è da
escludere che si rendano necessari ulteriori rialzi del tasso di interesse per garantire la stabilità dei prezzi a medio termine. Al fine di assicurare condizioni monetarie adeguate, affermiamo anche la nostra disponibilità ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi.

Il nuovo tasso è entrato in vigore il 23 settembre 2022, adeguandolo così al contesto internazionale dei tassi di interesse positivi. Jordan ha anche assicurato un costante monitoraggio della situazione economica globale, al fine di adeguare la politica monetaria in modo tempestivo ad eventuali cambiamenti.

Con la scelta della BNS l’inflazione elvetica dovrebbe scendere dal 3,5% di agosto, fino ad arrivare al 1,7% previsto per il 2024. Senza l’aumento dei tassi annunciato da Jordan, tale valore potrebbe raggiungere valori anche molto più elevati di quello attuale.

Grafico sull'andamento dell'inflazione svizzera fino al 2024 della BNS

Lo scenario previsto dalla BNS, inoltre, prevede un andamento debole dell’economia mondiale per il prossimo futuro: i principali motivi sono da ricercarsi nella crisi energetica, nella diminuzione del potere di acquisto data proprio dall’inflazione galoppante e nelle condizioni più restrittive per ottenere finanziamenti.

A lungo termine, tuttavia, la situazione dovrebbe riprendersi e anche l’inflazione, grazie proprio alla politica monetaria più rigida applicata da molti paesi, è attesa a un calo verso valori più moderati.

Come detto più sopra, a breve termine lo scenario economico potrebbe anche peggiorare a causa della situazione energetica e l’attuale inflazione che, se non diminuirà, porterà ad ulteriori inasprimenti dei tassi. In tutto questo non va dimenticata la “convalescenza” dalla Pandemia di COVID-19.

Se la crescita del PIL elvetico è al di sotto delle aspettative, solo +1,1% nel secondo trimestre, da un altro punto di vista il mercato del lavoro riporta trend positivi e solidi.

L’evoluzione della situazione economica svizzera dipenderà soprattutto dalla disponibilità di energia per i prossimi mesi e dall’andamento economico estero, atteso a un rallentamento. Da non sottovalutare anche una fase recidiva della Pandemia di Coronavirus, come si è già visto in passato.

Per il 2022 – anche se c’è una certa percentuale di incertezza – la BSN prevede la crescita del PIL al 2% circa, ovvero a mezzo punto percentuale in meno di quanto annunciato allo scorso incontro con i media.

Perché è stata presa la decisione di alzare il tasso guida

L’aumento allo 0,5% del tasso guida è stata motivata così dallo stesso Jordan:

L’inflazione in Svizzera, pari al 3,5%, è decisamente superiore all’area compresa fra 0 e 2% che assimiliamo alla stabilità dei prezzi.
Inoltre, si moltiplicano i segnali di una sua crescente propagazione a beni e servizi non direttamente colpiti dalla guerra in Ucraina o dalle conseguenze della pandemia. Infatti, le informazioni raccolte dalle nostre delegate e dai nostri delegati alle relazioni economiche regionali indicano che le imprese possono trasferire più facilmente l’aumento dei costi sui prezzi di vendita. Inoltre, nel complesso i prezzi dell’energia sono ulteriormente cresciuti e acuiscono la pressione inflazionistica in molti settori.
Si aggrava così anche il rischio di effetti di secondo impatto. Pertanto, siamo giunti alla conclusione che è opportuno procedere a un netto innalzamento del tasso guida BNS. La nostra previsione, che tiene conto della decisione
annunciata oggi, mostra inoltre che non è da escludere un ulteriore inasprimento della politica monetaria nei prossimi trimestri. Tuttavia, il contesto rimane soggetto a grande incertezza.

Jordan ha anche parlato del tasso di cambio, che dallo scorso giugno ha visto un apprezzamento del franco su base ponderata del 7%. Al momento questo trend concorre all’inasprimento della politica monetaria e combatte la pressione dell’inflazione.

Detto questo, se il franco dovesse crescere ulteriormente, la BNS è pronta ad acquistare valuta estera. Il contrario, invece, succederà se il franco dovesse indebolirsi troppo.

Il bilancio della BNS su mutui e investimenti immobiliari

Martin Schlegel, vicepresidente della BNS, ha poi parlato dei mutui e investimenti immobiliari:

Insieme ad altri fattori, quali l’attività di costruzione, i redditi o la demografia, i tassi di interesse influiscono sul mercato immobiliare e sulla domanda di prestiti ipotecari.
A sua volta, il mercato ipotecario e immobiliare riveste notoriamente un ruolo centrale per le banche e la stabilità finanziaria.
Dopo una lunga fase caratterizzata da livelli estremamente bassi, i tassi di interesse sui mercati monetario e dei capitali in Svizzera sono aumentati sensibilmente da inizio anno. Di conseguenza sono saliti anche quelli sui prestiti ipotecari a tasso fisso; i tassi sui prestiti indicizzati al SARON sono invece rimasti bassi.

I mutui sono aumentati dall’inizio dell’anno, mentre l’offerta a dieci anni è rimasto bassa, causando l’aumento di prezzo di case unifamiliari e soluzioni abitative in condomìni.

Questo ha comprensibilmente rallentato gli investimenti immobiliari residenziali e si registrano segnali di indebolimento anche dagli immobili residenziali a reddito. Le case plurifamiliari, invece, mostrano un trend di prezzo tendente a un lieve calo.

L’inasprimento della politica monetaria dovrebbe migliorare la situazione anche sul campo ipotecario e immobiliare, prevede la BNS. Ovviamente tenendo in conto la grande volatilità del mercato, ragion per cui l’istituto di credito resterà vigile per agire velocemente in base agli sviluppi del settore.

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