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Franco svizzero: dove va dopo il taglio dei tassi BNS

La Banca nazionale svizzera (BNS) ha ridotto i tassi di interesse dello 0,25%, portandoli all’1,25%, confermandosi leader tra le Banche centrali delle economie avanzate nell’allentamento della politica monetaria. L’istituto zurighese aveva già abbassato il saggio di sconto a marzo, dimostrando prontezza nel reagire alle dinamiche economiche europee. La decisione è giunta quasi inattesa. Solo nelle ultime settimane, in seguito al rafforzamento del franco svizzero nei confronti dell’euro, le possibilità di un taglio dei tassi di interesse, il secondo dopo quello effettuato a marzo, sono aumentate. A determinare l’aumento delle quotazioni del franco sono stati i risultati delle elezioni europee dello scorso 9 giugno che hanno evidenziato un’avanzata dei partiti di estrema destra e sovranisti, in particolare in Germania e Francia.

Il franco svizzero si è indebolito dopo la decisione della SNB di tagliare i tassi di interesse – Fonte: Bloomberg.

La reazione del franco svizzero alla mossa della BNS

Sul mercato valutario, l’impatto del taglio dei tassi è stato immediato. Il cambio EUR/CHF è salito da 0,9487 a 0,9560, livello dove si attesta nel primo pomeriggio. Si tratta di un rialzo dello 0,7% in poche ore, quindi un movimento brusco per il mercato valutario. Tuttavia, per il momento, il recupero è stato in grado di colmare solo una minima parte di quanto perso dall’euro all’indomani delle elezioni politiche e, ancora di più, a partire dalla fine del mese di maggio. A quel tempo il cambio EUR/CHF quotava a 0,99, ovvero alle soglie della parità.

Oltre ad aver abbassato il tasso guida all’1,25%, il comunicato della BNS riporta che gli averi a vista detenuti dalle banche presso la BNS saranno remunerati fino a un determinato limite al tasso guida BNS, quelli eccedenti tale limite a un tasso di interesse pari allo 0,75%. La Banca nazionale ribadisce inoltre la propria disponibilità ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi.

Le previsioni economiche della BNS

Con il taglio dei tassi, la BNS ha aggiornato le previsioni su inflazione e crescita economica. L’istituto ha evidenziato una diminuzione della pressione inflazionistica rispetto al trimestre precedente, affermando che il taglio odierno permetterà di mantenere condizioni monetarie adeguate. Le previsioni inflazionistiche si attestano all’1,3% per il 2024, all’1,1% per il 2025 e all’1% per il 2026, assumendo che il tasso guida rimanga all’1,25%.

Per quanto riguarda la crescita economica, il PIL svizzero dovrebbe aumentare dell’1% nel 2024, con un leggero incremento della disoccupazione e una riduzione nell’utilizzo delle capacità produttive. Per il 2025, la BNS prevede una crescita accelerata all’1,5%, segnalando una prospettiva più ottimistica per l’economia svizzera.

“Uno dei motivi principali dell’adeguamento dei tassi è certamente il fatto che la BNS sarebbe scesa sotto la soglia dell’1% nella sua previsione di inflazione per il 2026 senza il nuovo taglio dei tassi all’1,25% e ha voluto contrastare questa situazione” ha commentato Reto Cueni, capoeconomista di Vontobel, secondo cui i tassi di interesse potranno essere tagliati ancora nella seconda metà dell’anno. “La BNS – ha spiegato – dovrebbe raggiungere un tasso di riferimento a lungo termine dell’1% al più tardi entro dicembre, il che, a nostro avviso, si tradurrebbe in un ragionevole equilibrio tra inflazione, crescita e tassi di interesse in Svizzera”.

Stagionalità favorevole al franco svizzero

Nonostante il recupero dell’euro innescato dalla decisione della BNS di tagliare i tassi di interesse, lo scenario complessivo è ancora a favore del franco svizzero. La valuta della Confederazione gode di uno status di bene rifugio che vale ancora di più a fronte delle rilevanti incertezze dello scenario attuale. Guerra sul confine orientale dell’Unione europea, elezioni USA, elezioni anticipate in Francia per citarne alcune.

Anche la stagionalità, misurata dai dati statistici di Forecaster, appare favorevole almeno fino alla metà del mese di agosto. Guardando a quanto accaduto negli ultimi 3, 5, 7 e 10 anni, il cambio EUR/CHF ha perso terreno rispettivamente nel 100%, 80%, 40,4% e 60% dei casi tra il 20 giugno e il 20 agosto.

Le statistiche di trading short tra il 20 giugno e il 20 agosto secondo Forecaster

Le operazioni short su EUR/CHF avrebbero dato performance positive con una consistente probabilità percentuale negli ultimi anni – Fonte: Forecaster

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