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Terremoto sui frontalieri: per l’Italia il telelavoro implica tassazione sull’intero reddito

Dopo la doccia fredda della fine dell’accordo amichevole fra Italia e Svizzera in merito al telelavoro, ecco arrivare un altro vero e proprio terremoto per i frontalieri italiani che lavoro nella Confederazione.

Questa volta è l’erario italiano a seminare stupore e insicurezza, sempre in merito al telelavoro, ma nei suoi risvolti fiscali.

Secondo la risposta all’interpello n. 171 del 26 gennaio 2023 in tema di tassazione dei redditi prodotti dai lavoratori frontalieri ed efficacia temporale dell’Accordo Covid tra Italia e Svizzera, l’Agenzia delle Entrate ha infatti puntualizzato:

…devono essere riconosciuti quali lavoratori frontalieri esclusivamente quei lavoratori dipendenti che sono residenti in Italia e che quotidianamente si recano all’estero in zone di frontiera o Paesi limitrofi per svolgere la prestazione lavorativa. Da ciò consegue che una delle condizioni necessarie, secondo la prassi dell’Agenzia delle Entrate, al fine di essere considerato un lavoratore frontaliero, è costituita dalla circostanza che il lavoratore si rechi ”quotidianamente” in Svizzera per svolgere la propria attività, ossia che il
dipendente si rechi nella Confederazione Elvetica in tutti i giorni lavorativi.

Interpretando dunque questo formalismo in maniera letterale, cade dunque anche quel limite del 25% del tempo lavorativo che si poteva (e potrebbe) svolgere da casa per i frontalieri senza obbligo di dichiarazione tributaria.

Per farla ancora più semplice, per pagare le tasse solo in Svizzera, dall’1 febbraio 2023 tutti i frontalieri dovranno recarsi sul luogo di lavoro su suolo elvetico ogni giorno. Se così non sarà, i lavoratori diventeranno tassabili in Italia su tutto il proprio reddito: verrà così perso di fatto lo statuto fiscale di frontaliere.

lavoratore al pc stanco
Foto di Tim Gouw su Unsplash

L’interpello non lascia dunque spazio ad interpretazione e i sindacati svizzeri si sono subito attivati.

OCST, infatti, in comunicato ufficiale, fa sapere che:

L’Ufficio frontalieri del sindacato OCST ha subito preso contatto con il Governo italiano affinché si negozi al più presto un nuovo Accordo amichevole con la Svizzera che permetta ai frontalieri di effettuare una parte del proprio lavoro da casa senza avere implicazioni fiscali. Lo stesso messaggio urgente è stato recapito dalle parti sociali svizzere ai Dipartimenti federali competenti.

Il sindacato, in attesa di delucidazioni e/rettifiche, consiglia:

Alla luce di questi fatti, fino a quando non si arriverà ad un nuovo Accordo amichevole, il telelavoro resterà dunque una scelta sconsigliata per i frontalieri dei Comuni di confine.

Restiamo in attesa di ulteriori aggiornamenti.

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