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L’indice SMI verso 30 titoli? Ecco i candidati a entrare

Il gruppo SIX potrebbe aumentare di dieci unità la composizione dell’indice SMI della Borsa di Zurigo.

Si è conclusa oggi la consultazione lanciata da SIX, il gruppo finanziario che gestisce l’indice SMI della Borsa di Zurigo, per decidere se aumentare di dieci società il numero complessivo di quotate, passando da 20 a 30. I risultati verranno reso noti a gennaio 2024, quando verrà eventualmente comunicato anche un calendario di implementazione del cambiamento. Si tratterà di un passaggio importante ma non di una prima volta per lo SMI che già in passato era arrivato a contenere tra le 18 e le 29 società quotate.

Pareri opposti sull’aumento delle società quotate sull’indice SMI

L’obiettivo che il gruppo SIX vorrebbe raggiungere con l’ampliamento del numero di società quotate sull’indice SMI è triplice:

  1. avere una rappresentazione più completa del mercato azionario svizzero;
  2. includere settori dell’economia svizzera che oggi sono esclusi dal listino principale.
  3. ottenere uno status più elevato e una maggiore visibilità presso gli investitori internazionali;

Una rappresentazione più completa

Con riferimento al primo punto il problema che i responsabili di SIX vorrebbero affrontare è quello del peso rilevante che tre società hanno all’interno del listino. Nestlé, Novartis e Roche rappresentano oltre la metà del peso totale delle azioni quotate sullo SMI. In realtà, rispondono alcuni esperti, l’aggiunta di dieci titoli non modificherebbe questa situazione. I “pesi” che entrerebbero nel listino sarebbero nell’intorno del punto percentuale. Nestlé, Novartis e Roche rimarrebbero nei pressi del 50% del totale dell’indice. Su questo fronte più efficace è stata l’adozione di un limite al 18% di presenza nello SMI dei tre giganti nel 2017.

Più spazio per settori sottorappresentati

Qualche giustificazione in più potrebbe avere la volontà di voler rappresentare nell’indice principale settori dell’economia svizzera che oggi sono assenti. La parte del leone continuerebbero a farla alimentare e farmaceutico ma avrebbero più visibilità la logistica e i trasporti, per esempio. Anche in questo caso, tuttavia, si tratterebbe di uno spazio molto limitato. Oggi lo SMI rappresenta già l’80% dell’intera capitalizzazione del mercato azionario svizzero (circa 200 titoli). Con l’aggiunta di 10 titoli potrebbe arrivare a lambire il 90%.

L’indice SMI come gli altri big esteri

Infine il gruppo SIX vede la necessità di rafforzare la percezione dell’indice SMI all’estero. Con 30 titoli il benchmark raggiungerebbe il Dow Jones Industrial e si avvicinerebbe al DAX (due anni fa è salito da 30 a 40 azioni), al FTSE Mib e al Cac40, nonché all’Ibex35 che schiera, appunto, 35 titoli. In realtà si tratterebbe di un ritorno al passato per l’indice guida della Borsa di Zurigo. La limitazione a venti titoli è stata introdotta solo nel 2017 mentre l’indice è stato avviato nel 1988 e contava tra i 18 e i 29 titoli.

Le obiezioni sull’indice SMI a 30 titoli

Una delle obiezioni principali che viene mossa alla proposta del gruppo SIX è che uno SMI a trenta titoli andrebbe a togliere spazio ad altri importanti indici della Borsa svizzera per avere benefici che, tutto sommato, potrebbero essere molto limitati.

In particolare modo si ridurrebbe la capitalizzazione complessiva dell’indice SMI Mid Index, che contiene i 30 titoli che si collocano sotto i primi venti. Infatti, la “promozione” di dieci titoli al listino principale provocherebbe il “ripescaggio” di dieci azioni che al momento si collocano oltre la cinquantesima posizione in termini di capitalizzazione. Inoltre, fanno notare alcuni esperti, si andrebbero a cannibalizzare altri indici come lo Swiss Leader Index che già è composto da trenta azioni, le più grandi e liquide Borsa di Zurigo.

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