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Elezioni Svizzera: vince l’UDC, permessi G più difficili?

Palazzo del Parlamento o più comunemente noto come “Palazzo Federale” – Berna, Svizzera

È un film già visto in molti paesi del Vecchio continente. La destra conservatrice si aggiudica le elezioni con gli slogan anti-immigrazione. È capitato anche nelle elezioni in Svizzera, paese che ha fondato la propria forza sul lavoro dei tanti immigrati che dal dopoguerra vi si sono trasferiti. Oggi però la pressione alle frontiere si fa forte, il rischio di essere coinvolti nella crisi del continente europeo cresce e la paura del benestante ceto medio elvetico cresce, così come sono cresciuti i voti dell’Unione democratica di centro.

I risultati delle elezioni in Svizzera

L’UDC è risultato il primo partito con il 28,55% dei voti nelle elezioni tenutesi in Svizzera nel fine settimana, ottenendo nove seggi in più rispetto alle elezioni precedenti e assestandosi a quota 62. Crollano i verdi che si ritrovano con il 9,38% delle preferenze e 23 seggi, cinque in meno. Si difende il Partito socialista, che arriva al 17,96% dei voti e ottiene due seggi in più a 41. Qui di seguito il numero di seggi ottenuto da ciascun singolo partito:

  • Unione democratica di centro (UDC): 62 seggi
  • Partito socialista (PS): 41 seggi
  • Il Centro: 29 seggi
  • Partito liberale radicale (PLR): 28 seggi
  • Verdi: 23 seggi
  • Partito verde liberale (PVL): 10 seggi
  • Unione democratica federale (UDF): 2 seggi
  • Partito evangelico svizzero (PEV): 2 seggi
  • Movimenti dei cittadini ginevrini (MCG): 2 seggi
  • Lega dei ticinesi: 1 seggio

L’UDC vuole limitare la popolazione a 10 milioni di abitanti

Le ondate migratorie che hanno interessato il Vecchio continente negli ultimi anni sono viste con preoccupazione in Svizzera. E l’Italia, uno dei maggiori punti di arrivo, è considerata un punto debole al cui confine rafforzare i controlli in ingresso.

Le immagini degli sbarchi a Lampedusa sono state sfruttate dall’UDC per avvertire i cittadini della Confederazione sul pericolo di veder compromesso il loro benessere. Le richieste di asilo sono aumentate del 43% dal 2022 e la Svizzera ha accolto oltre 65.000 rifugiati ucraini. In una nazione di piccole dimensioni il rischio di perdere il controllo esiste.

Tuttavia le posizioni dell’UDC si scontrano con alcuni dati di fatto. In particolare lo slogan che promette di limitare la popolazione del paese a 10 milioni di abitanti (oggi la popolazione si avvicina ai 9 milioni) contrasta con la necessità di manodopera qualificata che gli industriali svizzeri hanno manifestato in diverse occasioni anche nell’anno in corso.

CambiaValute.ch ha affrontato il tema della mancanza di infermieri e personale sanitario che induce in molti a trasferirsi dall’Italia nella Confederazione. È solo uno dei settori in cui la Svizzera si trova a corto di personale. Una mancanza destinata a crescere considerando che il paese invecchia così come i suoi vicini circostanti. Negli ultimi 50 anni l’età media in Svizzera è cresciuta da 31 a 40 anni e la generazione dei baby boomer sta andando in pensione.

Secondo l’UPS, l’Unione svizzera degli imprenditori il paese non può progredire senza immigrazione e le risorse interne, anche facendo ricorso alle persone che beneficiano di assistenza sociale, non si riuscirebbero a coprire le 100.000 posizioni vacanti censite nel 2022. Inoltre, secondo il Centro di ricerca congiunturale svizzero di Zurigo (KOF) senza immigrazione la popolazione in età da lavoro diminuirebbe del 13% in venti anni.

Pur con una crescita del 26% nel corso dell’ultimo anno, l’immigrazione non è riuscita a coprire tutte le posizioni vacanti con il 40% dei datori di lavoro che dichiara di non riuscire a trovare il personale di cui necessita.

Tuttavia, per l’UDC “cresciamo in popolazione 16 volte di più di quello che cresce la Germania. In questa situazione il ceto medio è quello che soffre di più. Questi flussi vanno calmierati” ha dichiarato Marco Chiesa, presidente nazionale del partito.

Le possibili conseguenze i frontalieri

Per Marco Chiesa, ticinese nato a Lugano, i lavoratori da oltreconfine sono necessari ma è necessario contingentarli. L’UDC ha rivolto più volte la sua attenzione verso i frontalieri italiani negli ultimi anni.

In tal senso il nuovo accordo fiscale tra Italia e Svizzera, meno vantaggioso, potrebbe contribuire a ridurre il flusso di lavoratori che attraversano il confine e che, secondo quanto dichiarato da Chiesa in un’intervista al quotidiano La Provincia, metterebbe in difficoltà le infrastrutture del paese, la mobilità e spingerebbe i salari verso il basso.

Tra le azioni che il partito di destra vorrebbe mettere in campo ci sono maggiori restrizioni per il rilascio dei permessi G, quelli che permettono il frontalierato, un provvedimento che secondo Chiesa ridurrebbe anche i problemi di fuga della manodopera dai comuni italiani di confine.

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