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Frontalieri in rivolta contro la tassa per la sanità italiana

I frontalieri contestano l’iniziativa del governo italiano per imporre una tassa sulla sanità italiana.
Il problema principale è il prelievo troppo elevato

Gli infermieri scappano in Svizzera (vedi altro articolo di CambiaValute.ch) dove le condizioni di lavoro sono migliori e gli stipendi più alti? Aumentiamogli lo stipendio facendolo pagare ai frontalieri. La soluzione proposta dal governo italiano nella bozza di Legge finanziaria sottoposta all’approvazione del Parlamento è tanto semplice quanto contestata. Ancora di più lo è il prelievo che il governo prevede di effettuare dai redditi netti dei frontalieri, tra il 3% e il 6%.

Per esempio, considerando un salario minimo del Canton Ticino pari a circa 3.500 euro, il governo si porterebbe via tra i 1.260 e i 2.520 euro. Un salasso che ha sollevato le contestazioni dei sindacati come l’Ocst, l’Organizzazione cristiano-sociale ticinese, che ha chiesto di ritirare dalla bozza la proposta.

La sorpresa di Natale per i frontalieri

Il governo italiano ha inserito nella bozza di manovra finanziaria il prelievo sui redditi netti dei frontalieri alla chetichella. Senza discuterne né con i comuni di confine né con i cantoni interessanti, come per esempio il Ticino. In tal modo è riuscito a scontentare sia gli uni che gli altri.

Il provvedimento aggiunge sale sulle ferite di una disputa che negli ultimi anni ha visto Italia e Svizzera scontrarsi. Risale a pochi mesi fa l’approvazione dell’accordo sui “nuovo frontalierato” che rende meno vantaggioso che in passato fare il pendolare tra i comuni nella fascia dei 20 chilometri dal confine e la Svizzera. La nuova tassa andrebbe a colpire i vecchi frontalieri, ossia quelli assunti prima del 17 luglio 2023, che da quell’accordo erano stati tenuti fuori.

Ai medici e infermieri italiani il provvedimento porterà in busta paga un aumento di 750 euro al mese. Una cifra elevata il cui scopo è trattenere in patria queste figure e porre un freno alla fuga verso la Svizzera. Sotto questo aspetto il provvedimento è sacrosanto, come comprensibile è che i vecchi frontalieri siano chiamati a contribuire al Sistema sanitario nazionale che anche loro utilizzano.

Il confronto rimane perdente per il personale medico italiano

Tuttavia basteranno 750 euro al mese per convincere i medici e gli operatori sanitari a rimanere in Italia? Secondo Talent.com lo stipendio medio di un infermiere in Italia è di 2.100 euro al mese, con una forchetta che va da 1.842 a 3.738 euro. In Lombardia la media si attesta a 2.333 euro. La rilevazione è stata effettuata su un campione di 950 buste paga. Sempre secondo le rilevazioni di Talent.com in Svizzera lo stesso infermiere guadagna in media 5.833 franchi. Al cambio attuale rilevato da CambiaValute.ch, si tratta di 6.000 euro al mese. Davanti a queste cifre si può immaginare la reazione dei medici e infermieri davanti a 750 euro mensili di aumento medio (il che significa che in molti riceveranno di meno).

Il confronto rimane decisamente a sfavore della sanità italiana e il provvedimento rischia di creare, se approvato, solo lo scontento di comuni e cantoni e un ritorno di tensione tra la Confederazione svizzera e l’Italia. Il frontalierato del personale medico è peraltro legato anche ad altri fattori. Tra questi il maggior valore attribuito a livello sociale a questo personale e un sistema sanitario che funziona bene.

Frontalieri: ecco chi pagherà, come funziona

A essere coinvolti dal nuovo balzello sarebbero, come si è detto, i vecchi frontalieri, ossia coloro che vivono nella fascia dei comuni di confine, entro venti chilometri, dai cantoni Ticino, Grigioni e Vallese. Questi frontalieri che si recano ogni giorno in Svizzera a lavorare e poi fanno ritorno alle proprie abitazioni in Italia, pagano le tasse esclusivamente in Svizzera mentre non versano l’Irpef in Italia. Parte del prelievo effettuato dalla Confederazione viene poi girato all’Italia.

I frontalieri, tuttavia, proseguono a utilizzare la sanità italiana. Sarebbero liberi di scegliere di aderire alla Cassa malati svizzera ma ovviamente, vivendo in Italia, rimane più conveniente essere assoggettati al Servizio sanitario nazionale, pagato dagli italiani che non sono frontalieri.

La proposta del governo mira a riequilibrare una situazione sfavorevole a chi non è frontaliere. Non è in discussione la correttezza di questo riequilibrio quanto piuttosto l’elevato prelievo previsto e le modalità con cui è stato inserito in manovra. Anche se l’orientamento della Regione Lombardia sembra essere verso una limitazione del prelievo al 3% del reddito netto, si tratterebbe comunque di una somma consistente.

Il governo dà, il governo prende

Le buone intenzioni del governo, ovvero trattenere il personale medico in Italia, potrebbero essere rovinate dallo stesso governo. In un altro provvedimento contenuto nella Legge di bilancio sottoposta all’approvazione del Parlamento si intende ridurre le aliquote di rendimento dei contributi pensionistici del personale medico versati prima del 1996. Per i sindacati di settore, Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, si tratterebbe di una riduzione dell’assegno pensionistico per circa 50.000 medici. Tanto è bastato per mettere il personale sanitario in stato di agitazione.

Lo sciopero dei medici potrebbe essere una piccola conseguenza a fronte di quello che rischia la sanità italiana se il provvedimento verrà portato a compimento. Infatti, chi può già andare in pensione lo farà, evitando così di incorrere nel taglio alla pensione. Secondo i sindacati potrebbero farlo 2.000 camici bianchi entro fine anno e 4.000 il prossimo anno. Con buona pace dei 750 euro dei frontalieri per trattenere il personale sanitario e ridurne la carenza in Italia.

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